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PRENDI LA TUA CROCE
di Walter J. Chantry
Poi disse a tutti: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perch?chi vorr?salvare la sua vita, la perder? ma chi perder?la sua vita per causa mia, la salver?/i>". Luca 9:23-24 (Nuova Diodati)
C??una sola entrata nel Regno di Dio. C??una porta stretta posta all?inizio della via che conduce alla vita. "Stretta invece ?la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano", Matteo 7:14. Chi ?pieno di s? non riesce a passare attraverso questa porta. Anche per diventare alunni di Ges? Cristo, occorre rinunciare a s?stessi.
Il nostro Salvatore lo stabil? chiaramente richiedendo esplicitamente la negazione di s? Quindi, enfatizz? nuovamente il principio usando un esempio vivido di cosa significhi rinunciare a s?stessi usando un?illustrazione che avrebbe di l?a poco suggellato con il proprio sangue. "Rinneghi se stesso e prenda la sua croce". Il nostro grande Profeta ricorda ai suoi seguaci sei volte, negli evangeli, di prendere la croce. Era una delle sue descrizioni preferite del rinnegare s?stessi. In altre occasioni usa l?espressione vendere tutto o perdere la propria vita.
"Croce" ?una parola che prima di tutto riporta alla nostra mente l?immagine del nostro Signore al Calvario. Pensiamo a Lui, sanguinante, mentre era inchiodato ad uno strumento concepito per infliggere una morte straziante. La nostra idea di cosa significhi prendere la croce si allarga, quindi, a Stefano, che fu lapidato; a Pietro e Giovanni, battuti e messi in prigione; e ad altri martiri attraverso i secoli. Alla luce di queste sofferenze fisiche cos?coraggiose, il credente, nel suo agio, potrebbe pensare: "Io non ho una croce da portare". Forse, questa richiesta di Cristo, frequente nelle Scritture, allarma la tua coscienza.
In realt? fra coloro che si professano "cristiani", c??chi non ha mai preso la propria croce. Ignorando l?esperienza del mettere a morte il proprio io, sono per forza di cose estranei a Cristo. Egli stesso usa le illustrazioni relative al negare s? stessi per accrescere il senso di allarme in queste persone. Se questa ?la tua condizione, non troverai sollievo se non nel prendere la tua croce e seguirlo.
Altri, invece, pur essendo reali servitori del Signore, possono provare un senso di sgomento perch?hanno frainteso la sua esigenza. E? possibile aver preso la propria croce senza saperlo. In questo caso, si pu?essere incoraggiati da un esame attento del vero significato delle Sue parole.
Qualunque sia la tua posizione, questo argomento ?fondamentale. La vita del tuo Signore ?stata dominata dalla croce. E Lui ha chiamato anche te a vivere con la croce. E? molto facile dimenticare questo chiaro aspetto del Vangelo nella superficialit?del mondo occidentale odierno. Questo mondo delle abitudini, della pubblicit?e delle tentazioni, ci induce ad essere indulgenti con noi stessi. La carne si lascer? attirare da questi richiami e diventer?accondiscendente verso ci?che il mondo offre. Il Signore della gloria, per? ti ha chiamato a rinnegare te stesso; ti ha chiamato alla croce.
L?esigenza di portare la croce ?universale. Riguarda tutti coloro che seguono Cristo, senza eccezioni. Il nostro Signore ha indirizzato queste parole "a tutti", e non al gruppo selezionato di chi gli era pi?vicino. Il testo di Marco 8:34 indica che questo mandato non era riservato ai dodici, fu rivolto "quando ebbe chiamato le folle a s?con i suoi discepoli". La croce ?richiesta a "ognuno" che vuole seguirlo. Non ci sono eccezioni esenti da quest?obbligo.
Il nostro Signore ripet?con enfasi che nessuno poteva essere considerato suo vero discepolo a meno che avesse preso la croce (Matteo 10:38). E di nuovo, in Luca 14:27, il Salvatore si rivolge alla moltitudine che lo seguiva, riaffermando: "E chi non porta la sua croce e non vien dietro a me, non pu?essere mio discepolo". Senza la negazione di s??impossibile essere un cristiano. Che tu viva in un paese cristiano o in una cultura ostile alla Parola di Dio, devi portare la croce. L?unico modo di evitarla ?seguire il mondo all?inferno. Il v. 24 afferma, "Poich?chi trover?la sua vita la perder?quot;: "Poich?quot; si ricollega al versetto precedente; una professione religiosa priva della negazione di s?non sar?in grado di superare il giudizio di Dio. L?Evangelismo moderno ha dimenticato o ignorato questo aspetto cos?evidente dell?insegnamento del nostro Signore. Ansiosi di condurre peccatori alla vita, alla pace ed alla gioia nel Signore, gli evangelisti hanno completamente omesso di ribadire che Ges?ha posto l?esigenza di rinnegare s?stessi sin dall?inizio; non hanno fatto conoscere le esigenze poste dal Signore, e le hanno trascurate loro stessi.
Di conseguenza, non si sono mai posti il problema se i loro "convertiti" siano reali seguaci di Cristo nel momento in cui continuano a vivere in modo egocentrico.
Nel convincimento che sia possibile, per un individuo, essere diretti verso il cielo pur restando compiacente con s?stesso, gli uomini di chiesa cercano di condurre persone egocentriche su di un pi?alto livello spirituale. Successivamente, rinnegare s? stessi viene presentato come requisito indispensabile per una seconda opera della grazia. Come tuttavia vedremo pi?avanti, se non si manifesta una vita di negazione di s? non ?avvenuta alcuna opera di grazia in quella persona. Coloro che evangelizzano riservando i passi della Scrittura che richiamano alla croce ad una "vita pi?spirituale", hanno ingannato i propri ascoltatori. Se non c??la croce, non si segue il Signore! E se non si segue Cristo, non c??vita spirituale!
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